Caso clinico

CASO CLINICO: ALESSANDRO 7 ANNI.

Alessandro è un bambino di sette anni, frequenta la classe seconda della scuola primaria. La richiesta di un primo colloquio viene da parte della mamma, perchè preoccupata della balbuzie del figlio. La mamma in sede di primo colloquio appare molto ansiosa e spesso tende a rispondere per il figlio, incapace di attendere i lunghi silenzi del figlio! Secondo il questionario da me somministrato, emerge che Alessandro ha un disturbo medio-grave di linguaggio caratterizzato da blocchi prevalentemente di tipo clonico.

Il primo colloquio è molto importante poiché costituisce un fondamentale momento di osservazione della problematica nonché l'inizio della relazione d'aiuto. Attraverso il primo colloquio si conosce il paziente, si traggono informazioni sulle attitudini, la personalità,i conflitti di un individuo, fino a permettere l'identificazione della struttura di personalità del soggetto. Si crea un rapporto emotivo tra l'operatore balbuzie e il soggetto disfluente, nel corso del quale il conduttore sospende ogni atteggiamento valutativo. Analizzare la domanda significa analizzare la dinamica motivazionale che spinge una persona a richiedere l'intervento dell'operatore balbuzie. Si valuta il problema da un punto di vistatecnico-fonologico, inoltre si estendono le domande anche da un punto di vista psicosomatico.

Da questo tipo di domande è emerso che Alessandro abita a Milano, ha dei genitori giovani, si sono sposati a 20 anni, ora ne hanno 35, la madre è casalinga,il padre gestisce un'azienda che produce tende da sole. Il papà è poco presente in quanto ha delle grandi responsabilità in azienda, spesso torna a casa tardi e a volte è costretto a lavorare nel week-end. La mamma di Alessandro è casalinga, ma avendo anche altre due figlie: una bambina di 9 anni e l'altra di 3 anni, spesso si ritrova oberata di lavoro e fatica ad organizzarsi.Non sempre riesce a gestire i tre figli. Alessandro essendo il secondogenito,tra l'altro tra due femmine, non riesce a volte a far emergere il suo carattere, non ama giocare con le sorelle, preferisce giocare da solo, predilige attività con strumenti elettronici tipo video-games. Ha iniziato all'età di quattro anni ad avere problemi di balbuzie, ma alla scuola materna hanno giustamente segnalato che si poteva trattare di una disfluenza di tipo fisiologica, quindi non era il caso di allarmarsi, ma col tempo questa problematica si andava accentuando. Alessandro ha pochi amici. Ama giocare a pallone. Alessandro difficilmente parla spontaneamente, bisogna fargli delle domande specifiche attendere con pazienza una sua risposta. Il tono della voce è basso e talvolta regredisce sembra un neonato,soprattutto in prossimità di un blocco fonologico, ricerca spesso il consenso materno, l'attenzione è abbastanza scarsa,a volte bisogna ripetergli la domanda iniziale.

La madre decide di iniziare iltrattamento per il superamento della balbuzie poiché con il tempo il disturbo è peggiorato, ma la vera motivazione è che viene deriso dai compagni di scuola. Alessandro verso metà corso inizia ad avere le prime esperienze di comunicazione fluente,diventa dunque sempre piu' sicuro nell'utilizzo del metodo appresoper non balbettare.

Iniziano a scomparire le sincinesie che aveva sul volto. Risulta più controllato anche per quanto riguarda la postura. La sua evoluzione è tale che, al termine del trattamento chiede all'insegnante d'italiano di poter recitare una parte come protagonista nella recita teatrale organizzata dalla scuola. Anche la famiglia nei suoi confronti diventa più comprensiva e ha capito di lasciare il giusto spazio ad Alessandro.

Alla fine del trattamento viene chiesto ad Alessandro di creare dei disegni e di rappresentare comesi vedeva da balbuziente e come si percepisce da fluente. Di seguito i disegni.

Fig.1

Si può notare da subito come si sentiva dabalbuziente: molto triste, infatti l'accento è posto sull'espressione malinconica. I colori che utilizza sono scuri e cupi. Sembra esser più magro di quello che è in realtà. Non c'è dinamismo, sembra immobile, paralizzato infatti  dice: “quando ero bloccato molto spesso non mi sentivo tanto bene con me stesso perchè ero triste, non riuscivo ad esprimere le mie idee”.

Fig.2

Nella seconda figura, dopo il trattamento dunque, si può notare il sorriso sul volto, i colori che utilizza sono più tenui e chiari. Alessandro sostiene che ora che è diventato fluente è più felice e potrà esprimere le proprie idee, dice anche che si trova a dialogare maggiormente con i suoi compagni.


Alessandro ha disegnato Dio, se stesso con le ali, delle nuvole e un cuore. Ha commentato nel seguente modo il disegno: ” quando ero balbuziente soffrivo molto, avevo la sensazione di esser sulle nuvole, non stavo bene, ma Dio mi faceva sentire sollevato nei momenti difficili”. (Alessandro frequenta una scuola paritaria, molto relegiosa e i suoi genitori sono cattolici praticanti).

SECONDO DISEGNO: ALESSANDRO COMESI PERCEPISCE DA FLUENTE.


Alessandro descrive come segue il secondo disegno: “ora che sono fluente, mi sento come se fossi in un aereo destinato verso la strada giusta, il paese della felicità”!

Mi sono sembrati due disegni molto interessanti, ma al tempo stesso particolari, ho chiesto se voleva farne un altro, Alessandro ha accettato, però questa volta ha diviso il foglio in due parti per segnalare il periodo in cui era balbuziente dalla situazione attuale.


Alessandro ha disegnato se stesso, nella prima metà del foglio ha rappresentato sé con il viso triste racchiuso in una bolla di sapone e ha detto: “ Mi sentivo impacciato, imbranato ed avevo la sensazione di esser chiuso in una bolla di sapone”! Nella seconda metà del foglio ha raffigurato se stesso, sorridente, libero ed ha commentato dicendo: “Ora mi sento più libero sia dentro casa, sia al di fuori dell'ambiente familiare”!